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La Storia di Cappuccetto Rosso attraverso la Negoziazione

Nel nostro articolo la tradizionale fiaba di Cappuccetto Rosso viene rivisitata in chiave negoziale per evidenziare come la gestione dei conflitti possa essere integrata in ambito scolastico. Analizzando le due versioni della storia, si sottolinea l’importanza di ascoltare e comprendere il punto di vista dell’altro per realizzare accordi reciprocamente vantaggiosi e promuovere ambienti di apprendimento più inclusivi.


Buongiorno, cari lettori, e bentornati. In questo articolo desidero illustrarti come una proposta educativa finalizzata alla gestione dei conflitti, mediante ‘La storia di Cappuccetto Rosso attraverso la negoziazione’, possa rappresentare un valore aggiunto per il contesto scolastico.


Cappuccetto Rosso nel bosco: giovane figura in mantello rosso immersa in un bosco incantato, simbolo della trasformazione attraverso la negoziazione e la gestione dei conflitti.

Premessa

La fiaba di Cappuccetto Rosso

Cappuccetto Rosso:
“Nonna, che braccia grandi hai!”
Nonna:
“Per abbracciarti meglio, mia cara nipotina.”

Cappuccetto Rosso:
“Nonna, che gambe grandi hai!”
Nonna:
“Per correre più velocemente, nipotina mia.”

Cappuccetto Rosso:
“Nonna, che orecchie grandi hai!”
Nonna:
“Per poterti sentire meglio.”

Cappuccetto Rosso:
“Nonna, che occhi grandi hai!”
Nonna:
“Per poterti guardare meglio, bambina mia.”

Cappuccetto Rosso:
“Nonna, che bocca grande hai!”
Nonna (con tono fermo):
“Con questa bocca, ti mangerò meglio!”

A seguito di queste parole, il lupo malvagio fece irruzione, si avventò su Cappuccetto Rosso e la divorò.


La versione del Lupo

“Aspetta un attimo, piccola Cappuccetto. Conosco tua nonna da tempo immemorabile e abbiamo pensato di offrirti una lezione che non dimenticherai facilmente. Tu, con la tua mantellina e il cappuccio rosso scarlatto, varchi il mio bosco per raccogliere fiori. Ho osservato con attenzione il tuo percorso e, contestualmente, mi sono diretto verso l’abitazione della tua nonna.

Al suo arrivo, ho illustrato quanto accaduto, e insieme abbiamo deciso che era opportuno darti un insegnamento. Tua nonna si è rifugiata sotto il letto, mentre io ho indossato la sua camicia da notte.

Quando sei entrata nella stanza e mi hai visto – in quella disposizione surreale – hai scatenato una serie di commenti critici: hai iniziato dal commentare sulle mie grandi orecchie. Invece di reagire con ostilità, ho scelto di reinterpretare il tuo giudizio, sottolineando che esse mi consentono di poterti sentire al meglio.

Successivamente, hai rivolto osservazioni offensive riguardo ai miei sporgenti occhi. Anche in questo caso, ho evidenziato come quei grandi occhi siano utili per poterti osservare in ogni dettaglio.

Le tue successive considerazioni sui miei denti e sulla mia ampia bocca sono state particolarmente dolorose. Sono consapevole della mia sensibilità nei confronti di tali commenti, e se avrei dovuto mantenere un controllo maggiore, ho ceduto all’istinto: sono sceso furtivamente dal letto e ho ringhiato con tutta la forza della mia voce, affermando che la mia imponente bocca mi avrebbe aiutato a “mangiare” meglio.

Ma dai, Cappuccetto! Affrontiamo insieme questo argomento, discutiamone. È noto a tutti che nessun lupo potrebbe realmente mangiare una bambina; tuttavia, quando hai iniziato a urlare a squarciagola e a correre per ogni angolo della casa, il mio intento era semplicemente quello di tranquillizzarti.

Improvvisamente, la porta si è spalancata e un imponente boscaiolo, brandendo la sua ascia, è apparso. Rendendomi conto della gravità della situazione, ho individuato una finestra aperta e sono fuggito.

Da allora mi sono ritrovato a nascondermi, mentre voci infondate hanno compromesso la mia reputazione.

Cappuccetto, mi chiami “lupo cattivo” perché, secondo te, ho disseminato voci ingiuste sul mio conto. Posso assicurarti di aver superato quella fase di sofferenza, ma non posso negare di non aver sempre vissuto felice e spensierato. Rimango sconcertato dal fatto che tua nonna non abbia mai voluto raccontare la mia versione dei fatti, e sono profondamente amareggiato dalle voci che hanno oscurato la mia immagine. Mi chiedo: perché hai lasciato che la situazione degenerasse così a lungo? Non mi sembra giusto; mi sento infelice e solo.”


La versione di Cappuccetto Rosso

“Certo, potresti far credere che io abbia diffuso voci ingiuste su di te, contribuendo alla tua infelicità e solitudine. Tuttavia, devo confessare di aver condiviso il mio punto di vista perché, anch’io, non ho mai ricevuto una spiegazione da parte di mia nonna. Lei, che negli ultimi tempi ha mostrato segni di stanchezza, ha ammesso di non ricordare con chiarezza l’accaduto quando le ho chiesto cosa fosse successo dietro il letto. La sua reazione non fu di turbamento, ma di confusione.”

(La storia di Cappuccetto Rosso e del lupo, raccontata attraverso la negoziazione)


Conclusione: fiabe, stereotipi e la risoluzione dei conflitti

Le fiabe e i racconti popolari, sebbene destinati a intrattenere e divertire i più piccoli, trasmettono concetti potenti, principi e valori che guidano il modo in cui interpretiamo le relazioni interpersonali e affrontiamo le diversità. Nella fiaba originale di Cappuccetto Rosso emerge, ad esempio, un monito contro la fiducia cieca negli sconosciuti, enfatizzando una netta distinzione fra il bene e il male, l’innocenza e l’astuzia.

Rivisitare il racconto dal punto di vista del lupo, sfidando così lo stereotipo del “cattivo”, ci invita a considerare l’importanza di guardare oltre le apparenze e a valorizzare il punto di vista dell’altro. I principi della risoluzione dei conflitti, infatti, propongono un modello di interazione in cui si superano preconcetti e si cercano accordi che soddisfino tutte le parti coinvolte.

La narrazione di Cappuccetto Rosso e del lupo, reinterpretata attraverso la lente della negoziazione, diventa un’analisi del processo di gestione dei conflitti. Se riuscissimo a ispirare i più giovani a impiegare questo approccio nella risoluzione delle controversie, i benefici si rifletterebbero non solo sulla loro crescita personale, ma anche sul benessere complessivo della nostra società.

L’apprendimento autentico e significativo può verificarsi solo in ambienti scolastici sicuri. Sempre più istituti stanno adottando misure volte a eliminare comportamenti violenti e aggressivi. Integrare il curriculum scolastico con programmi dedicati alla risoluzione dei conflitti rappresenta, dunque, un passo fondamentale per garantire spazi di apprendimento sereni e costruttivi.


  1. Istituto per la Risoluzione dei Conflitti – Una risorsa per approfondimenti e studi sulla negoziazione.
    https://www.conflict-resolution.org
  2. Edutopia – Articoli e risorse innovative sull’educazione e sulle metodologie didattiche.
    URL suggerito: https://www.edutopia.org
  3. Psychology Today – Approfondimenti sulla comunicazione, l’empatia e la gestione delle relazioni interpersonali.
    URL suggerito: https://www.psychologytoday.com
  4. Risorse Accademiche (JSTOR) – Per ulteriori studi e ricerche sul tema delle fiabe e della pedagogia.
    URL suggerito: https://www.jstor.org

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Anna Maria Di Poccio
Anna Maria Di Poccio

Sociologa, mediatrice familiare e scolastica, coordinatrice genitoriale, conduttrice di gruppi di parola. Esperta nella gestione dei conflitti, negoziazione, comunicazione, aiuta le coppie in fase di separazione o divorzio a raggiungere un accordo condiviso per la riorganizzazioni delle relazioni familiari.

Articoli: 33

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